…………… la storia della coltivazione dell’olivo dalle nostre parti risale probabilmente al VII secolo A.C.. La portarono originariamente i Grec i, ma i Romani furono coloro che incentivarono la coltivazione e riuscirono a costruire i primi strumenti per la spremitura dell’olive ed a perfezionare sempre più le tecniche per la conservazione dell’olio. L’origine del’olivo si perde nei millenni, si pensa che provenga dall’ Asia Minore, precisamente tra il Caucaso e l’Altipiano Iraniano, le coste Siriane e Palestinesi da dove poi si è diffuso, nel corso dei millenni, nel bacino mediterraneo.
Da alcune scoperte avvenute nei fondali della Palestina è emerso che la sua origine risale fino a 6.000 anni fa; lo dimostra anche il ritrovamento nell’area siro-palestinese di resti della coltivazione di olivi simile a quelle selvatiche. Secondo alcune leggende i popoli che diffusero gli olivi e l’olio per tutto il mediterraneo furono: Babilonesi, Egizi, Greci, Cartaginesi, Arabi e Romani. Le navi spagnole lo hanno introdotto nel XVI secolo in America. Oggi si trova in molte parti del mondo.
In Italia è stato inizialmente introdotto dagli Etruschi, con qualche esemplare, poi dai Fenici e dai Greci ed infine dai Romani, che riuscirono e divulgarne la coltivazione anche grazie elle condizioni climatiche e del terreno. I Romani usarono le fronde per premiare i cittadini più meritevoli. Ne diffusero la coltura e il commercio, né classificarono le piante e i vari tipi di olio. L’olivo veniva considerato un importante simbolo di ricchezza, da essere riprodotto il suo simbolo sulle monete (Crotone). Con l’invasioni barbariche entrò in crisi e tornò ad essere prezioso e riservato per usi religiosi e per pochi privilegiati. Nel Medioevo l’olio torna protagonista nei commerci italiani grazie alle repubbliche marinare ……………..